Di seguito ti illustro che cosa intendo e per cosa invece vale la pena lottare.

A livello individuale e collettivo siamo ossessionati dall’uguaglianza; dopo tutto i movimenti sui diritti civili riguardano proprio questo. Ma se fosse solo il nostro ego a preoccuparsi dell’uguaglianza? E se l’uguaglianza fosse solo un’illusione?

L’ego è essenzialmente un concetto di sé, il concetto che ognuno ha di sé stesso come essere ben definito e individuale, comprende io, me e mio. Tutto ciò che identifichiamo con questi pronomi diventerà parte dell’ego. Il processo di socializzazione ci insegna che ci sono cose accettabili e altre che non lo sono, e nel caso in cui ci identificassimo con quelle non accettabili questo comporterebbe conseguenze che la maggior parte di noi non sarebbe disposto o capace di affrontare. E qui, in questa fase, emergono i nostri “punti ciechi”. Tendiamo ad esser inconsapevoli o ad eliminare dalla coscienza ogni aspetto che percepiamo come “cattivo”.

Dato che l’ego è una differenziazione tra una persona ed un’altra, può esistere solo nell’ambito di un confronto o paragone. Abbiamo imparato che essere inferiori ad altri in un certo senso non è giusto, può portare ad eventi che minacciano non solo la nostra autostima ma anche il benessere e la nostra abilità ad esaudire desideri, rende il concetto di sé negativo e ci impedisce di ottenere ciò che vogliamo. Ad esempio, immaginiamo di aver un lavoro come modella, e che vogliamo ottenere un particolare show per una determinata azienda, se entriamo nella stanza e vediamo un’altra aspirante modella più attraente di noi, oppure se l’azienda ci da l’impressione di percepirla come più attraente di noi, istantaneamente avremo una diminuzione del nostro concetto di sé e ci sentiremo bloccati nell’ottenere ciò che vogliamo. È comprensibile come questa dinamica provochi un dolore molto intenso e allora, perché iniziamo a lottare per l’uguaglianza? E anche per molto di più, per la superiorità?

L’ego dell’essere umano non può SOPPORTARE di percepire sé stesso come inferiore a qualcun altro perché l’avvertiamo come minaccia, non solo al nostro concetto di sé ma anche alla capacità di ottenere ciò che vogliamo; quindi, inizia una sorta di missione inconscia per demolire qualsiasi cosa percepiamo come più in alto di noi o migliore di noi, per gettarlo dal piedistallo e trovare inoltre un piedistallo più alto. Non lottiamo solo per l’uguaglianza ma lottiamo per la superiorità. L’intera industria multimilionaria dei giornali scandalistici è costruita su questa dinamica, ci fa sentire simili o migliori rispetto a personaggi famosi nei confronti dei quali ci sentiamo diversi, per via della loro importanza, fama, denaro o aspetto.

Dobbiamo prestare attenzione al fatto che ci preoccupiamo dell’uguaglianza solo nel momento in cui ci sentiamo inferiori a qualcun altro. Se ci sentiamo superiori non lotteremo per l’uguaglianza perché non ci importa, infatti è necessario identificarsi con il segmento della popolazione attualmente trattato con inferiorità perché importi qualcosa dell’uguaglianza. In altre parole, ci importa solo perché vogliamo che non ci sia nulla più in alto di noi. Spesso vediamo persone in posizioni di superiorità lottare per l’uguaglianza di altri che credono esser inferiori a loro, ma questo avviene perché godono nell’osservare gli altri dall’alto della loro superiorità morale. Ad esempio, molti lottano per l’uguaglianza di chi vive sotto la soglia della povertà, ma in realtà chi lotta non percepisce il povero come uguale, non è il tipo di persona che laverebbe quei bagni o quei pavimenti.

Ho notato che una delle cose più difficili da capire è che l’universo è multidimensionale, nell’universo in cui viviamo verità diverse risiedono a livelli differenti e spesso questo significa che a un determinato livello ci sono verità che contraddicono quelle di un altro, ad esempio al livello più alto siamo tutti fatti della stessa sostanza o energia, a prescindere che si tratti di un tavolo, una persona, un cane o un albero, siamo tutti Uno, tutti pervasi dalla stessa coscienza, quindi il concetto di uguaglianza è una sottostima di ciò che siamo (a questo livello). Ma nel momento in cui la coscienza diventa parte della dimensione fisica, quella coscienza sceglie di separarsi, definirsi e polarizzarsi quindi per quanto al nostro ego possa non piacere, la realtà della vita fisica è che NON siamo tutti uguali. La cosa che ci preoccupa di più quando si parla di uguaglianza è essere valorizzati, vogliamo essere valorizzati e trattati equamente, ma fino a che viviamo in una realtà spazio-tempo e in una dimensione in cui il nostro valore dipende da bisogni, prospettive e preferenze, nulla sarà mai uguale. Per esempio, in tempo di guerra un diamante o un rubino non avrebbero assolutamente nessun valore, mentre una bottiglia di alcol varrebbe moltissimo per via dei bisogni, che variano in base alla situazione; se una donna desidera farsi mantenere e un uomo ricco ed emotivamente disponibile gli si presenta alla porta la donna lo valorizzerà; i bisogni di un dipendente non saranno trattati equamente rispetto a quelli dell’amministratore delegato, perché l’azienda può permettersi di perdere e rimpiazzare un dipendente ma non può fare lo stesso con l’amministratore. Noi desideriamo che la nostra prospettiva abbia lo stesso peso di quella di qualcun altro in ogni circostanza ma questo non è possibile, se qualcuno ha meditato su una montagna per 20 anni, la mia opinione sulla meditazione non varrà quanto la sua, sarà inferiore; nel mio lavoro il migliore ingegnere sarà assolutamente inutile, d’altra parte in un processo ingegneristico le mie conoscenze sarebbe completamente inutili. Per migliaia di anni le donne non potevano detenere proprietà quindi la società valorizzava i ragazzi e come estensione della società, i genitori valorizzavano i figli maschi. Se il tuo bisogno era quello di aver un successore e un erede, una ragazza non poteva soddisfare quel particolare bisogno, quindi un figlio maschio veniva valorizzato di più. La percezione di ineguaglianza può condurre a cose orribili: i bianchi vedevano i neri come inferiori, li rendevano schiavi e li impiccavano; la pattinatrice su ghiaccio Tonia Harding riteneva superiore a sé Nancy Karrigan e organizzò un’aggressione in cui Nancy fu colpita alla gamba con un manganello prima dei campionati nazionali statunitensi.

Non dobbiamo lottare per l’uguaglianza perché non è una realtà del mondo fisico, dove esistono bisogni e preferenze personali. Ciò invece per cui dobbiamo lottare sono tre cose: l’amore, e con questo intendo prendere qualcuno letteralmente come parte di noi, se i bianchi avessero preso i neri come parte di loro non gli avrebbero mai impiccati perché avrebbero percepito l’impatto dell’azione come se stesse succedendo a loro. Quando amiamo qualcosa, facciamo ciò che è meglio per lei, non le impediamo di raggiungere ciò che vuole, la aiutiamo a raggiungere ciò che desidera, e comprendiamo profondamente ciò che amiamo. La seconda cosa per cui dobbiamo lottare è la consapevolezza, dobbiamo sempre metter in dubbio, guardare da prospettive e diverse angolazioni ogni minima cosa per arrivare alla verità, e trascendere la nostra ignoranza, l’illusione in cui viviamo e i pregiudizi che abbiamo. Per esempio, le donne sono pagate molto meno degli uomini a livello mondiale e invece che concentrarsi sul lottare per l’uguaglianza delle donne, dovremmo chiederci perché, dovremmo capire cosa deve cambiare nelle nostre menti e nella società perché ciò avvenga. La terza cosa da fare è smetter di focalizzarsi sul perché ci si sente inferiori, e concentrarsi invece su come esprimere il proprio valore intrinseco e unico che rende ogni individuo non solo “uguale” bensì superiore. Se riusciamo a fare queste tre cose, le manifestazioni negative che emergono dalla percezione di disuguaglianza non si manifesterebbero più.

Perché non parlo semplicemente della disidentificazione dall’ego e dico invece di focalizzarsi sulla “superiorità”?

Per quanto tu possa desiderarlo non potrai mai liberarti dal tuo ego, lo avrai fino a quando potrai vedere le cose da una prospettiva differenziata da quella di qualcun altro, fino a quando per presentarti userai il tuo nome proprio.

Maggiore è il valore intrinseco che vediamo in noi stessi per le nostre superiorità uniche e irripetibili meno ci preoccuperemo della nostra mancanza di competenze in altri ambiti, meno ci preoccupiamo di questo maggiore è la sicurezza che abbiamo in noi stessi, più siamo sicuri di noi meno manifesteremo sofferenza, emergente dall’insicurezza che a sua volta nasce dalla disuguaglianza. Quando sei disposto a vivere la tua vita in allineamento al tuo valore intrinseco e irripetibile (in altre parole i tuoi doni) le conseguenze ti pioveranno dal cielo. Quando siamo in grado di vedere il valore degli altri possiamo sostenerli nel raggiungere i loro obiettivi, invece che obbligarli a migliorare le loro lacune per soddisfare i nostri bisogni.

Crediamo che la disuguaglianza sia sbagliata e che tutto e tutti debbano essere uguali, o meglio lo crediamo solo quando non ci troviamo in una posizione di superiorità, ma la realtà è che non siamo tutti uguali, l’uguaglianza è un’illusione, l’uguaglianza è un giudizio basato sulla percezione della realtà. In un pianeta fatto di cose diverse due cose uguali o identiche non esistono, gli uomini non danno alla luce bambini, se ci aspettassimo che un uomo si metta ad allattare un neonato, si sentirebbe inferiore ad una donna, non uguale. Gli uomini hanno grandi vantaggi dal punto di vista fisico, se le donne dovessero competere contro gli uomini in sport in cui quei vantaggi farebbero la differenza le donne si sentirebbero inferiori, non uguali. Una persona potrebbe non essere un asso in matematica ma esser un genio nella scrittura, un altro potrebbe aver tutti i vantaggi in termini di istruzione e finanze nella vita, ma esser terribile nel creare relazioni interpersonali.

Dobbiamo esser coraggiosi abbastanza da accettare che la disuguaglianza è la realtà assoluta di questa vita e che le nostre disuguaglianze puntano dritto verso la vocazione che abbiamo, ogni senso di inferiorità ci imbarazza al punto tale che non lo lasciamo nemmeno ammettere alla nostra mente conscia, semplicemente perché non siamo disposti ad accettare ciò che veramente sta succedendo, ovvero che in un determinato momento ci sentiamo inferiori.

La superiorità non è percepita in maniera positiva dalla società, non è nemmeno politicamente corretta. Questo significa che nonostante una persona possa avere molteplici aree in cui si sente superiore agli altri non può ammetterlo a livello della sua mente conscia, allora chiediamoci onestamente: “dove, in quali aree mi sento superiore e in quali invece mi sento inferiore agli altri?”, percepisci quanto questo a livello conscio ti metta in difficoltà e chiediti: “perché mi scatena tutto questo?”. Se ci sentiamo inferiori a qualcuno rispetto a una determinata cosa perché dovrebbe costituire necessariamente un problema? L’uguaglianza è un’illusione che ha creato il nostro ego, è un prodotto della nostra immaginazione, e non renderemo mai le cose uguali in questo pianeta, di conseguenza dobbiamo smetterla di lottare per l’uguaglianza, ma lottare invece per l’amore, la consapevolezza e il valore intrinseco e irripetibile.