Dipendenze da uso di sostanze, affettive, da uso di internet

Elizabeth Cavicchi tratta i disturbi da dipendenza nel suo studio a Bologna e Casalecchio, ha studiato psicologia e non lavora come psicologa ma come counselor.

Elizabeth Cavicchi accompagna l’individuo in un percorso evolutivo che mira ad attivare le sue risorse per ricreare un’indipendenza sana che permetta di agire in totale libertà. Inoltre è possibile ritrovare la forza e l’energia necessarie che permettono di creare la propria realtà fuori dai copioni provenienti dal passato, che mantengono l’individuo in una bolla fatta di meccanismi inconsapevoli ripetuti giorno per giorno che portano a perdere quella luce che può ridare un senso a ciò per cui siamo qui.

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La ninfa Eco si innamorò di Narciso; Eco viveva per Narciso ma Narciso viveva solo per se stesso.

Narciso ed Eco sono due facce della stessa medaglia, che hanno risolto in modo opposto lo stesso problema: una carenza di riconoscimento, di dipendenza sana. Entrambi hanno una lesione sul piano dell’autostima…

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Dipendenze: Disturbo da uso di sostanze

La caratteristica essenziale di un disturbo da uso di sostanze è un cluster di sintomi cognitivi, comportamentali e fisiologici che indicano come l’individuo continui a fare uso della sostanza nonostante i significativi problemi correlati alla sostanza. Una caratteristica importante dei disturbi da uso di sostanze è un cambiamento sottostante nei circuiti cerebrali che può persistere anche dopo la disintossicazione, in particolare negli individui con disturbi gravi. Gli effetti comportamentali di questi cambiamenti cerebrali si manifestano nelle ripetute ricadute e in un intenso craving (desiderio persistente e irresistibile per una determinata sostanza o per sostanze a effetti simili) per la sostanza quando gli individui vengono esposti a stimoli correlati a quel tipo di sostanza.

La compromissione del controllo dell’uso della sostanza è il primo raggruppamento di criteri:

  • L’individuo può assumere la sostanza in quantitativi maggiori o per periodi più lunghi di quanto fosse nelle sue intenzioni.
  • Può esprimere un desiderio persistente di ridurre o regolare l’uso della sostanza e può riferire molteplici sforzi infruttuosi di diminuire o interromperne l’uso.
  • Può impiegare una grande quantità di tempo per procurarsi la sostanza, per usarla o per ristabilirsi dai suoi effetti.
  • Il craving si manifesta con un desiderio intenso o irresistibile per la sostanza che può verificarsi in qualsiasi momento ma più probabilmente in un ambiente dove questa veniva procurata o usata in precedenza.

La compromissione sociale è il secondo raggruppamento di criteri:

  • L’uso ricorrente della sostanza può causare il fallimento nell’adempimento dei principali obblighi di ruolo sul lavoro, a scuola o a casa.
  • L’individuo può continuare a usare la sostanza nonostante abbia persistenti o ricorrenti problemi sociali o interpersonali causati o esacerbati dagli effetti della sostanza.
  • Importanti attività sociali, lavorative o ricreative possono essere abbandonate o ridotte a causa dell’uso della sostanza.

L’uso rischioso della sostanza è il terzo raggruppamento di criteri:

  • Può assumere la forma dell’uso ricorrente della sostanza in situazioni nelle quali è fisicamente pericoloso.
  • L’individuo può continuare a usare la sostanza nonostante riconosca di avere problemi fisici o psicologici persistenti o ricorrenti, i quali, molto probabilmente, sono causati o esacerbati dalla sostanza stessa. Qui la questione chiave non è l’esistenza del problema bensì il fallimento da parte della persona nell’astenersi dall’uso della sostanza nonostante le difficoltà che causa.

I criteri farmacologici sono l’ultimo raggruppamento:

  • La tolleranza è segnalata dall’aver bisogno di dosi marcatamente aumentate della sostanza per ottenere l’effetto desiderato o da un effetto marcatamente ridotto quando si consuma la dose abituale. Il grado in cui si sviluppa la tolleranza varia notevolmente tra individui, come pure tra sostanze, e può comportare una varietà di effetti sul sistema nervoso centrale.
  • L’astinenza è una sindrome che si verifica quando le concentrazioni di una sostanza nel sangue o nei tessuti declinano in un individuo che ha mantenuto un pesante e prolungato uso della sostanza stessa. Dopo aver sviluppato sintomi di astinenza, l’individuo tende a consumare la sostanza per attenuare i sintomi.

Dipendenza affettiva

  • La sindrome della dipendenza affettiva sembra avere ormai ampia diffusione e testimonia un malessere specifico dell’epoca attuale. Da millenni fattori storici e sociali impongono alle donne la devozione amorosa come massima virtù. Quest’ultima non riguarda solo il marito o il partner, ma anche un genitore o i propri figli. Per la donna queste sono persone da amare in maniera assoluta, in virtù di un vero e proprio annullamento di sé. Nel momento in cui un uomo dovesse rifiutare la donna, lei non solo si sentirebbe odiosa e indegna ma si sentirebbe privata della sua identità di genere.
  • Probabilmente molti si sorprenderanno ma essere dipendenti affettivamente è anche un modo di esercitare il proprio controllo sulla relazione, sugli spazi e sulla libertà dell’altro. I sintomi di questa sindrome comprendono ansia più o meno marcata ad ogni distacco, sentimenti di vuoto e di smarrimento quando si è soli, gelosie ossessive e immotivate, controllo telefonico o anche fisico dell’altro, odio mortale cui segue il bisogno di essere puniti, talvolta un dolore lacerante al petto, apparentemente senza motivo, che rappresenta la sensazione di poter morire a cause dell’assenza dell’amato. Si pensa ossessivamente al partner dimenticandosi di sé. La propria serenità e la fiducia nel proprio valore, hanno origine unicamente dal giudizio e dallo stato d’animo dell’altro.
  • Ricordiamo che la dipendenza può essere anche sana, quella che quando siamo bambini ci permette di crescere e sopravvivere e per poter sviluppare una sana indipendenza ci deve esser stata una sana dipendenza, ovvero una base sicura all’interno della quale siamo stati contenuti che ci ha permesso di costruire il nostro sé e la nostra identità.

Elizabeth Cavicchi opera come counselor, non come psicologa, nel suo studio a Bologna e Casalecchio e aiuta la persona a comprendere la propria dipendenza per poterla superare insieme.

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Dipendenza da internet

Il termine Internet Addiction è stato coniato per la prima volta dal Dr. Ivan Goldberg nel 1995 per descrivere l’uso patologico e compulsivo di internet, un disordine multidimensionale relativo all’utilizzo illimitato di certe applicazioni online che rientra tra i disturbi del controllo degli impulsi. Ci sono vari fattori di rischio che espongono gli utenti ad un utilizzo di internet che può portarli a sviluppare dipendenza. Ad esempio viene utilizzato come “regolatore” del tono dell’umore per superare la bassa autostima e scarse relazioni interpersonali. Ci sono differenze relative al sesso, i maschi risultano più dipendenti da internet. Gli studi suggeriscono che gli uomini sono 7 volte più predisposti alla dipendenza da internet rispetto alle donne. Tra i vari fattori di rischio risulta che bassi livelli di apprezzamento e incoraggiamento da parte di genitori e insegnanti spingono gli utenti a cercare rifugio nei giochi online, dove possono trovare “ricompense” immediate ai loro sforzi. Gli studenti sono i più colpiti dall’uso eccessivo di internet. La prevalenza generale della dipendenza da internet va dall’0,3% al 38%. La Corea e la Cina sembrano essere i paesi più colpiti. Dopo svariati crimini e morti relative alla dipendenza da internet, il governo della Corea del Sud ha definito la dipendenza da internet come il problema di salute più importante. Per ridurre questo problema il governo ha addirittura implementato l’”internet shut down” e il “cooling off” nel 2011 e nel 2012 rispettivamente per controllare il gaming online notturno e l’ammontare del tempo trascorso con questi giochi. Similarmente leggi recenti in Cina riducono la durata del gaming online a meno di 3 ore.

La dipendenza da internet comprende 4 componenti:

  • L’uso eccessivo, spesso associato a una perdita della percezione del tempo o alla trascuratezza degli impulsi basilari.
  • Il ritiro sociale, che include sentimenti di rabbia, tensione e/o depressione quando il computer è inaccessibile.
  • La tolleranza, che include la necessità di materiale migliore per il computer, più software e più ore di utilizzo.
  • Ripercussioni negative: discussioni, dire menzogne, isolamento sociale, scarsa realizzazione e affaticamento.

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