Primo passo: capirne la dinamica
- Il primo passo per liberarsi dal senso di colpa consiste nel comprenderne la dinamica. A causa del senso di colpa siamo determinati ad aggiustare ciò che non va bene in noi, così da poter esser amati. Nonostante molti di noi siano cresciuti con “buoni genitori” probabilmente avrete sentito almeno una di queste affermazioni nel corso dell’infanzia:“Non fare questo!”
“Vergogna”
“Bambino cattivo/a”
“Mangialo, ci sono bambini in africa che non hanno di che sfamarsi..ingrato”
“Fallo perché lo dico io o vai nella tua stanza!”
In base a questo trattamento abbiamo dedotto che qualcosa in noi non va. Questa socializzazione ci ha portato alla credenza che per essere amati dovevamo “fare i bravi” e che la sola speranza che avevamo di essere bravi era quella di essere puniti. Questo col tempo si è trasformato nel fatto che puniamo noi stessi quando non seguiamo le nostre direttive, e trasformiamo quindi le punizioni che ci hanno dato in punizioni auto inflitte e sentimento di vergogna, che poi prendono la forma del senso di colpa. Sepolto al di sotto del senso di colpa potrebbero giacere queste credenze:
Mi merito la punizione.
Mi merito di soffrire.
Non merito di essere felice.
Non merito di esser amato.
La colpa ci imprigiona in una gabbia di punizione auto inflitta, è come l’ancora gettata da una barca diretta verso il cambiamento che abbiamo iniziato a intraprendere o che vorremmo tanto attuare, è l’indicazione che vi è qualcosa che preferiamo. La colpa ci rende prigionieri del passato, è autolesionismo.
chiunque abbia commesso azioni dannose che più tardi copre con strati di azioni buone, è come la luna, che liberata dalle nuvole, illumina il mondo
Buddha
La colpa è l’emozione che ci comunica che non vogliamo ripetere qualcosa e che qualcosa che abbiamo fatto o detto è disallineato dal nostro Se interiore, in altre parole è l’indicatore della coscienza. Ci aiuta a focalizzare l’attenzione ai momenti in cui non siamo allineati con la nostra integrità lottando con noi stessi, può renderci consapevoli del fatto che stiamo commettendo qualcosa di pericoloso per noi o per gli altri, o che qualcosa non è degno di noi.
Nella coscienza non è presente il rimpianto o rimorso, essa percepisce qualsiasi cosa come parte di un’espansione, anche eventi come l’olocausto.
Fingi per un attimo di trovarti in un edificio: il senso di colpa è il gas lacrimogeno appena rilasciato che sta riempendo gli ambienti. Il rimpianto è la modalità che ti permette di sapere che la rabbia e la vergogna sono entrate nell’edificio e ti impediscono di lasciarlo, mantenendoti così imprigionato tra i fumi del gas, negli abissi della sofferenza originata dalla colpa, che è lì per farti prendere la direzione opposta del gas lacrimogeno uscendo così dall’edificio. Il rimpianto, o rimorso, introduce il senso di colpa per eventi accaduti in passato che non vogliamo più ripetere, che è l’obiettivo della nostra coscienza. Una volta riconosciuto questo, la colpa non serve più a nulla. Il suo unico obiettivo è aiutarti a distinguere ciò che preferiresti, comprendere che ciò che hai fatto non è allineato a quello che vuoi fare. A parte questo non mantiene nella direzione di un cambiamento positivo bensì ti intrappola.
Il senso di colpa e la vergogna sono alimentati da pensieri negativi e non ci aiutano ad andare nella direzione che vogliamo prendere.
- Il secondo passo consiste nel prepararsi a voler consapevolmente lasciar andare e fluire questa colpa, prendere questa decisione prima di farlo è essenziale.
- Successivamente dobbiamo rimpiazzare la credenza di meritarci punizioni e sofferenza con la convinzione che meritiamo di essere amati ed essere felici.
- Prendiamoci la responsabilità solo per ciò che è di nostra competenza, che non significa vergognarsi per ciò che è accaduto, ma riconoscere la responsabilità di effettuare un cambiamento in futuro, agire in maniera diversa così da poter cambiare il corso degli eventi.
- Smettiamo di fantasticare sui modi in cui il passato avrebbe potuto essere diverso. Il senso di colpa è alimentato dal guardarsi indietro vedendo opzioni che o non erano presenti al tempo, oppure non ne avevamo accesso. È persino troppo facile guardarsi indietro e giudicarsi col beneficio della nostra conoscenza attuale.
- Scusiamoci con qualsiasi persona a cui abbiamo fatto del male, soprattutto nel caso in cui quella persona fossimo Noi. Offrire scuse sincere può farci percorrere molta strada verso lo sblocco delle resistenze che abbiamo eretto per azioni o parole dette in precedenza. Nel caso in cui invece porgiamo le nostre scuse a qualcun altro e, o non siamo pronti per affrontare la situazione in prima persona o il destinatario non è raggiungibile per qualsiasi motivo, potremmo prendere un foglio e scriverci accuratamente le nostre scuse, dirigerci in un luogo sicuro, e bruciare il foglio. Mentre ne guardiamo le fiamme è importante ripetere a noi stessi queste parole: “sono pronto a liberarmi una volta per tutte da questa punizione auto inflitta e dalla vergogna, e dirigermi così verso qualcosa di nuovo”. Dichiariamo cos’è questa nostra nuova intenzione.
- Realizziamo un piano per come faremo le cose adesso e in futuro, diversamente sarebbe davvero dura cambiare il nostro comportamento, rischiamo di commettere lo stesso errore ancora e ancora. Così facendo rendiamo un processo inconscio, conscio. Il punto del liberarci dal senso di colpa non è accumularne altra ma è permetterci di iniziare da zero, con una nuova prospettiva.
- Riconoscere il valore degli errori. Se non avessimo saputo ciò che non vogliamo, non sapremmo ciò che ora desideriamo, se non avessimo saputo cosa non poteva funzionare per noi non sapremmo cosa in realtà funziona. Gli errori sono incredibilmente importanti, per noi e per l’espansione dell’universo. Si trasformano in sofferenza quando li rendiamo fonte di vergogna o causa di punizione. Purtroppo introduciamo la vergogna e la punizione auto inflitta quando ciò che dovremmo fare è ritenere l’evento una lezione per il nostro apprendimento.
- Cerchiamo di individuare tutti i giudizi che abbiamo costruito a partire dal senso di colpa, spesso un’emozione estremamente negativa ha a che fare col modo in cui ci giudichiamo. Per esempio potresti essere una persona che ha commesso un furto, e nel rubare magari hai provato un senso di colpa temporaneamente doloroso che ti sta comunicando che quell’azione non è in linea col tuo se interiore. In realtà ciò che provoca la tua sofferenza, come risultato di quell’azione, è il pensiero seguente: le persone che rubano sono brutte persone, io ho rubato, di conseguenza sono una persona cattiva. L’ultima credenza è la vera causa del senso di colpa, motivo per cui è essenziale che individuiamo queste credenze sottostanti i pensieri e che ci prendiamo il tempo necessario per cambiarle. Questi giudizi verso noi stessi ci mantengono completamente prigionieri delle circostanze senza permetterci di cambiare. Potremmo aver commesso atti di cui non siamo fieri, di cui ci pentiamo e che giuriamo di non ripetere, ma il fatto di aver agito in quel modo non significa che siamo persone cattive. Le azioni delle persone dipendono da molte variabili, sono differenti da chi sono veramente.
- Il senso di colpa è l’opposto dell’amore verso sé stessi. Cosa fare per dissolvere la frequenza del senso di colpa? Cerchiamo di metter in pratica azioni che innalzino la vibrazione dell’amore per sé stessi. Il senso di colpa ci trasforma in magneti per le persone che ci fanno sentire ancora più in colpa, quindi è tempo di comportarci come se fossimo i nostri migliori amici, di essere gentili, amorevoli e di rispondere all’odio diretto a noi manifestando amore: potremmo fare un bagno, scrivere affermazioni formulate ad hoc, guardare un film che ci fa sentire bene o meditare con visualizzazioni specifiche. Se abbiamo difficoltà con questa pratica significa che non crediamo di meritare amore. Molti esseri umani purtroppo hanno il grave problema di credere di non meritare nulla, questo avviene perché ci hanno insegnato che per essere meritevoli di amore dobbiamo averne il diritto.
- L’ultimo passo è perdonarci, comprendere che ogni essere umano prende sempre la miglior decisione che può concepire date le circostanze, le informazioni e la conoscenza in suo possesso.
Viviamo la colpa per aver commesso azioni o detto parole in circostanze in cui il meglio che potevamo fare è proprio il modo in cui abbiamo agito, tutto questo a causa del modo in cui la società ci ha insegnato che dobbiamo punire noi stessi. Non possiamo giudicare il nostro vecchio sé basandoci sulla nostra prospettiva attuale, perché abbiamo accesso a variabili che in passato non erano disponibili.
Infine non possiamo amare noi stessi senza perdonarci. Pretendere di essere felici e sentirsi in colpa è come pretendere di essere felici prendendosi a bastonate tutti i giorni.
Il perdono è la pratica da adottare per accettare il punto in cui ci troviamo, per liberarci dalla schiavitù che ci impedisce di andare avanti ed essere felici, e per non ripeter costantemente nel presente i copioni del passato. Se saremo capaci di cambiare prospettiva e punto di vista relativamente a eventi già accaduti, saremo in grado di liberarci dal senso di colpa.
Commenti recenti