La rabbia è più una risposta che uno stato emozionale di per sé, ironicamente arrivando alla radice della rabbia puoi trasformare il mondo esterno e la tua relazione con essa
La rabbia è uno degli stati d’animo più temuti di cui facciamo esperienza. Socialmente non viene incoraggiata sia per le sue forme aggressive che per quelle passive perché può generare conflitti, ma in realtà la resistenza e la paura che abbiamo nei confronti della rabbia contribuiscono solo ad alimentarla.
Cos’è la rabbia?
È una risposta emotiva che emerge quando abbiamo la percezione di esser minacciati, quando proviamo dolore, ferite, un danno già avvenuto o in procinto di accadere. Se siamo arrabbiati i nostri meccanismi di sopravvivenza vengono scatenati, non solo quelli fisici ma anche emotivi e mentali. È l’emozione in parte responsabile per la risposta di attacco-fuga, un impulso di autoconservazione. La rabbia diventa il sentimento predominante a livello comportamentale, cognitivo e psicologico nel momento in cui una persona prende la scelta consapevole di entrar in azione per bloccare immediatamente la minaccia di una forza esterna, allontanando così la minaccia. Questa è la vera ragione per cui la rabbia fa male alle persone, perché crea distanza tra noi e gli altri. È l’opposto della coesione sociale, ci separa. Se percepiamo una minaccia significa che ci sentiamo impotenti, che non abbiamo nessun controllo su qualcosa che è successo o che sta succedendo. Non c’è vibrazione più bassa sul pianeta dell’impotenza, e in quello stato diventiamo magneti per esperienze di bassa frequenza come quelle che possono provocare la morte. Proprio per questo l’anima ha creato il suo istinto di conservazione. È importante per la nostra espansione vivere abbastanza da usare la dimensione fisica per espanderci. La rabbia è stata creata per tenerci lontano dalla vibrazione di emozioni che ci fanno attrarre circostanze minacciose per la nostra sopravvivenza. L’istinto di autoconservazione a livello emozionale appare sotto forma di emozione “di copertura”, stati d’animo come l’odio e la rabbia sono così, servono per tenerci alla larga da esperienze di vibrazioni basse.
La rabbia è un’emozione che nasconde paura e dolore perché questi ultimi sono stati emotivi privi di potere. Ovviamente la rabbia è migliore di stati d’animo come la paura e il dolore, ma allora perché alcune persone dicono che la rabbia le fa sentire peggio rispetto a stati d’animo di vibrazione più bassa come la depressione, la paura o il senso di colpa? Queste persone sono cresciute in un gruppo sociale che credeva che la rabbia fosse così brutta da renderle cattive, hanno percepito che la rabbia fa male agli altri, che le rende cattive e i cattivi non vengono amati. Le persone sono dipendenti dalle relazioni, l’amore è uguale a sopravvivenza. Tutte le volte che hanno provato rabbia inconsciamente si è scatenato il meccanismo di fuga, hanno iniziato a sentirsi impotenti perché la credenza principale era che sarebbero state abbandonate o ferite. In questi casi la rabbia è diventato un trigger, specialmente per coloro che sono cresciuti in ambienti religiosi. Tutte le religioni sono cosparse di avvertimenti circa le implicazioni personali e spirituali della rabbia.
La rabbia non è sbagliata, non è cattiva, non è il diavolo, è stata decisiva per la nostra sopravvivenza perché ci libera dall’impotenza, dal timore di esser feriti. Può esser utilizzata come carburante, fa percepire più piccoli i pericoli, l’autostima pare più alta e vi è una grande esplosione di energia. La rabbia indica che stiamo riconquistando potere, che abbiamo una scelta da fare e quella scelta è la libertà, questo è il motivo per cui la rabbia è evidenziata nella corteccia orbito frontale durante gli studi di imaging.
Essa è il nemico numero uno nella società, questo è un problema grande in un universo come il nostro dominato dalla legge dell’attrazione, perché le persone che non si permettono di vivere la rabbia rimangono intrappolate in stati d’animo che vibrano a una frequenza più bassa. Per esempio, quando siamo arrabbiati attiriamo litigi, frustrazione, tragedie, la perdita di persone care, l’essere vittima; perciò, una persona arrabbiata ha una frequenza più alta di una persona che non si permette di vivere la rabbia. Anche opporre resistenza alla rabbia è un grosso problema sociale. Le persone la cui rabbia viene invalidata e disapprovata vengono catapultate in stati d’animo come l’impotenza, la vendetta, e l’energia di queste emozioni si rafforza fino a che non gli rimane altra scelta che agire per salvarsi da quello stato. Questo è ciò che succede quando nel mondo avvengono omicidi, una persona che si permette di vivere la rabbia e fluire con essa è una persona che non ha bisogno di agire per sentirsi meglio.
Prima ho accennato al fatto che la rabbia è un istinto di autoconservazione, vedendola da questo punto di vista è più semplice capire quanto la rabbia abbia a che fare con i confini, se sei arrabbiato qualcosa ti sta comunicando che i tuoi confini sono stati violati o stanno per esserlo. Che significa allora se sei arrabbiato con te stesso? Significa che TU stai violando i tuoi confini personali o li hai già violati, hai dato a te stesso un motivo per temerti e non fidarti di te stesso. Se odi te stesso le tue emozioni ti stanno comunicando che ti sei fatto del male, percepisci di esser una minaccia nei tuoi confronti. Se sei una persona arrabbiata a livello cronico non è un difetto della tua personalità, hai tutte le ragioni per sentirti così, significa che c’è una minaccia onnipresente nella tua vita ed è giunto il momento di capire qual è quella minaccia. Ti sei sempre guardato in un modo che ti fa sentire impotente: ti arrabbi e continui a fare questo giochino ancora e ancora, scivolare in uno stato di impotenza e tornare alla rabbia profonda, è un circolo vizioso.
Cosa ti fa sentire così impotente? Le persone che si sentono impotenti sono persone che vivono nel terrore o che sono arrabbiate, ma l’autoconservazione è qualcosa di più della sopravvivenza, ha a che fare anche con la nostra integrità e interezza. Le persone amate condizionatamente ovvero che hanno aspetti di sé amati e approvati mentre altri aspetti vengono rifiutati, si frantumano in mille pezzi e non riescono a conservare la loro interezza, la totalità di chi sono viene rifiutata e proprio per questo si arrabbiano, questa è la ragione per cui gli adolescenti sono così arrabbiati. Sono arrabbiati per l’incremento della pressione sociale, ricevono minacce sulla loro integrità da tutte le parti, ricevono pressioni per violare i loro confini da parte di genitori, insegnanti e colleghi ogni giorno. Le cose che accettavamo in loro per via della loro età ora non sono più accettabili. Devono diventare qualcosa che la società sia in grado di accettare e questo assumerà la forma di una ribellione, ma da dove arriva questa ribellione? È la ribellione dovuta al fatto che la totalità di loro stessi non è amabile e che si devono dissociare dalla parte di sé non accettata. Chiediamo loro di conformarsi a quello che noi vogliamo per loro e di farci sentire orgogliosi anche a costo della loro felicità e allo stesso tempo li spingiamo a diventare indipendenti e autonomi. Così facendo rendiamo questi bambini impotenti dando la colpa ai loro ormoni e punendoli per la loro ribellione.
Va bene essere arrabbiati, potresti non conoscere il motivo di quella rabbia ma una volta che lo avrai scoperto vedrai che c’è un valido motivo per cui tu ti senti così. Di solito la regola generale è che quando sei arrabbiato non è una buona idea prendere a pugni un muro, prender parte a una rissa o uccidere qualcuno, ma non possiamo nemmeno negare o disapprovare la nostra rabbia perché quella rabbia non se ne andrà mai, anzi si trasformerà in un’esplosione o in una malattia. Non dobbiamo rifiutare la rabbia e nemmeno agirla, quindi cosa dobbiamo fare?
- Non distrarsi dalla rabbia è un consiglio comune che le persone danno quando qualcuno si sente arrabbiato. Riconosci di esser arrabbiato e affermalo “Sono arrabbiato!”.
- Dobbiamo prenderci cura di questo sentimento vedendo la rabbia come Valida e importante. Non dovremmo mai cercare di controllarla bensì dobbiamo prendercene cura come se fosse un bambino in lacrime, abbiamo tutti i diritti di sentirci così, dobbiamo capire la vera ragione per cui siamo arrabbiati. Capire la rabbia è davvero facile e semplice ma richiede coraggio, dobbiamo esser disponibili a sentirci vulnerabili. Se siamo arrabbiati significa che abbiamo percepito una minaccia quindi dovremmo chiederci: “Da cosa mi sento minacciato? Perché mi sento minacciato da quella cosa? Cos’è che mi fa così male rispetto a quello? Di che cosa ho veramente paura in questa situazione? Quale dei miei bisogni non viene soddisfatto in questa situazione?”. Per esempio, potresti esser arrabbiato perché il tuo capo ha promosso un collega ma guardando la radice della rabbia ti accorgi che ciò che la provoca è che questo ti ha fatto sentire di non valere abbastanza, e che potresti non raggiungere mai livelli eccellenti sul lavoro. Ascolta la tua rabbia, ascolta cosa ti sta comunicando rispetto a ciò che dovresti cambiare nella vita per sentirti meglio. Scoprirai che anche solo la consapevolezza del dolore che giace sotto la rabbia ne smorza l’intensità e che l’intenzione di sentire a livello conscio la rabbia e di andare nella direzione della vulnerabilità, del dolore e della paura, ti porterà in uno stato in cui ti permetti, e la rabbia essendo per definizione uno stato in cui opponi Resistenza non sopravviverà.
- Dobbiamo essere presenti incondizionatamente a qualsiasi emozione proveniente dall’aver svolto i passi precedenti, sia che emerga rabbia, paura, dolore o altro.
- C’è una tecnica che coinvolge il respiro che può aiutare a calmare l’ipereccitazione cerebrale, e consiste nell’inspirare profondamente contando fino a 4 ed espirare contando fino a 8. Se vuoi puoi trattenere il respiro tra i 2 contando fino a 6. Fallo 12 volte prima di respirare naturalmente.
- Prendi appunti su un foglio di carta su questa rabbia, essa è uno stato di confusione e metter nero su bianco ciò che provi aiuta a fare chiarezza e a creare un ponte tra la tua mente e le emozioni.
- Catarsi. È fonte di dibattito se sia o meno una buona idea esprimere e canalizzare la rabbia. Molti studi relativi alla catarsi e alla rabbia non sono favorevoli a questa soluzione, perché esprimendo e canalizzando la rabbia incrementi il tuo stato di ipereccitazione e finisci col diventare ancora più aggressivo, ma questo succede perché quegli studi sono stati condotti sulla catarsi da sola, non affiancata da psicoterapia cognitiva. La catarsi non guarisce, a meno che non venga diretta verso la causa dell’emozione negativa, e affrontando l’emozione che sta alla radice non abbiamo più bisogno della catarsi. Le persone spesso canalizzano la rabbia per evitarla ed evitarne il dolore. Per esempio, potrei distruggere me stessa facendo esercizi fisici eccessivi, giocando a video game violenti o prendendo a pugni un muro, questo tipo di canalizzazione non è salutare perché non permette di vivere la vera causa della rabbia ma contribuisce solo a sedare temporaneamente il sentimento. Alla fine, hai rilasciato energia ma non hai fatto nulla per risolvere i problemi sottostanti che provocano la rabbia. I dipendenti dalla catarsi emozionale la usano per evitare di aver a che fare direttamente col dolore e la paura sottostanti la rabbia, ma per guarire è necessario vivere l’emozione alla radice. Non serve a nulla perdere tempo con la catarsi se non abbiamo in programma di affrontare anche la causa della rabbia e creare un cambiamento cognitivo. La catarsi non serve nel lungo termine come soluzione ma se accompagnata a stati emozionali dolorosi che vengono vissuti invece che essere evitati può essere utile. Per esempio, quando estrai il dolore dalla rabbia, questo ha il potenziale di portar le persone da stati vibrazionali più bassi allo stato vibrazionale più alto della rabbia. Alcuni modi popolari per canalizzare la rabbia sono: urlare con il viso immerso in un cuscino, andare a correre, andare in un luogo sicuro privo di altre persone e scagliare delle pietre, creare opere d’arte aggressive, acquistare piatti e bicchieri di seconda mano e distruggerli in un luogo privo di rischi verso gli altri, prendere a pugni un sacco da pugilato, fare wrestling, ballare, muovere il corpo in modi che rilasciano l’energia e piangere. Ricorda che stai cercando modi per rilasciare energia e quando stringi i muscoli, quando limiti il tuo comportamento o la tua rabbia questo peggiora la situazione, non distrarre quell’energia, la rabbia vuole muoversi, fluire, richiede sollievo, quindi lascia fluire l’energia. Quando canalizzi la rabbia rendilo il tuo solo ed unico obiettivo, non dirigere la rabbia verso un qualcosa, immagina di ripulire te stesso dal veleno della disperazione di quel sentimento. Solo tu puoi sapere se stai facendo un buon lavoro. La catarsi funziona particolarmente bene con persone che hanno inibito silenziosamente loro stesse per parecchio tempo o che continuano a reprimersi.
- È credenza comune che possiamo trasformare la rabbia in motivazione, la rabbia è uno stato in cui noi opponiamo resistenza e ha una frequenza bassa, la resistenza influenza il nostro giudizio e le nostre intuizioni, tendiamo a prendere decisioni terribili quando ci troviamo in questo stato. Se ci spostiamo in avanti dalla rabbia il movimento è motivato da insicurezza, paura e dolore e ovviamente le decisioni che scaturiscono da questo non saranno eccezionali, dobbiamo agire spinti dall’ispirazione di stati emozionali positivi. Le azioni costruttive non sono un magnete vibrazionale per la rabbia, potrebbe essere che la rabbia ci renda consapevoli di un’ottima idea e ci porti a sentirci ispirati, ma in quel caso non saremmo spinti dalla rabbia bensì dall’ispirazione, avremmo innalzato la nostra scala vibrazionale. Sviluppiamo empatia e compassione. Cerchiamo somiglianze con la persona che ci fa arrabbiare, cerchiamo di capirla completamente, di capirne la paura e il dolore qualsiasi cosa stia facendo per farci arrabbiare così tanto. L’empatia e la compassione tagliano le gambe alla rabbia e non posson essere simulate. Diventiamo consapevoli delle nostre proiezioni.
- La musica è pura vibrazione, essendo immersi nella musica siamo costretti a viverne la frequenza e possiamo usarla a nostro vantaggio. Se stiamo avendo problemi a percepire la rabbia perché l’abbiamo resa un nostro nemico possiamo ascoltare musica “arrabbiata” che ci permette di lasciar fluire la rabbia dentro di noi. Se senti di poter andar oltre la rabbia ascolta musica che ti fa sentire potente e ispirato. Questa tipologia è in opposizione a impotenza, paura e dolore.
- Cerca l’acqua, non importa in che forma, può esser un cubetto di ghiaccio, un lago, l’oceano, una doccia, un bagno o una goccia del lavandino. La rabbia è come un fuoco che arde dentro e qual è l’antidoto per il fuoco? L’acqua, che ha la vibrazione più vicina alla fonte d’energia dalla quale proveniamo, ci purifica, ci da equilibrio e neutralizza le energie negative.
- Scegli qualcosa su cui focalizzarti che fa sentire meglio, al sicuro e potente perché quelli sono stati opposti alla rabbia, come guardare un canale di cucina, scrivere su un diario gli aspetti positivi della situazione che ti fa arrabbiare o pensa ad un aspetto della tua vita che sta andando molto bene e che ti fa sentire particolarmente ispirato. L’emozione negativa è l’indicatore che ti senti deprivato di qualcosa che vuoi e di cui hai bisogno quindi di che cosa hai bisogno? Cosa desideri? Possiamo usare la consapevolezza di ciò che non vogliamo per decidere cosa vogliamo e poi dirigerci senza vergogna in quella direzione.
- Talvolta abbiamo bisogno di imparare che va bene esprimere le emozioni direttamente alle altre persone ma dobbiamo esser chiari sul perché esattamente lo stiamo facendo, cosa voglio che succeda esprimendo rabbia a questa persona? Potremmo scoprire che cerchiamo il riconoscimento delle nostre emozioni da parte dell’altro, e se siamo in cerca di questo è altamente improbabile arrivare ad ottenerlo con la rabbia, oppure potremmo scoprire che dirigendo la rabbia verso l’altro vogliamo inviarci il messaggio che siamo completamente presenti a noi stessi e possiamo fidarci di noi, quando è questo il caso è un’ottima idea esprimere la rabbia. Se abbiamo deciso che il nostro obiettivo è unificarci e diventare Uno con gli altri allora i nostri confini sono abbastanza saldi e non abbiamo bisogno di forzarli, ciò di cui abbiamo bisogno è non stare in silenzio ma esprimere quello che sentiamo con la persona, ad esempio, con cui siamo arrabbiati. Questo significa che una volta che abbiamo capito la paura e il dolore profondo che si celano sotto la rabbia possiamo esprimerli liberamente, richiede sicuramente coraggio ma rimarremmo esterrefatti dai risultati, è la differenza tra arrabbiarsi con qualcuno perché ci ha tradito, dicendogli che lo odiamo e prendendolo a parole, col comunicargli invece che quell’atto ci ha fatto sentire male con noi stessi, come se non fossimo abbastanza e come se fossimo nella stessa situazione di un bambino tradito. Dobbiamo lasciare che l’altra persona scopra i nostri bisogni, specialmente quelli insoddisfatti, per formulare strategie che cambino le cose.
- È un’ottima idea se ti senti completamente incapace nel gestire la rabbia fare affidamento su qualcuno che ti aiuti in questo processo, e assicurati che chiunque sceglierai abbia esperienza con la rabbia, ovvero che riconosca l’importanza e la validità di quel sentimento e non lo veda come sbagliato, deve riconoscerla come emozione per guidare te nel farne esperienza e se hai difficoltà anche con questa persona chiamane una terza priva di bias, questo potrebbe aiutare davvero ad innalzare l’energia e a sbloccarti.
C’è della bellezza nella rabbia, non esisterebbe libero arbitrio altrimenti.
Abbiamo la facoltà di entrare in contatto con la vulnerabilità profonda che sottostà alla rabbia, ma essa non è sbagliata, è solo un sintomo che ci comunica che qualcosa nella nostra vita non è in allineamento e necessita di amore e attenzione incondizionata.
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