Depressione: quali sono i sintomi di una persona depressa?
Nella mia veste di counselor sono in grado di interagire con la persona in maniera costruttiva con lo scopo di farle conoscere il suo Sé divino, quest’ultimo non ha nulla a che vedere con la religione bensì si tratta di ciò che di sacro risiede in noi, e che in quanto tale va onorato, coltivato e non ignorato come molto spesso accade. Sono qui per aiutarti ad affrontare ciò che ostacola il flusso e l’espansione di quella che chiamiamo coscienza, in altre parole ciò che ci permette di vivere nella gioia e manifestare il progetto della nostra anima.
Permetterci di volare è nostro dovere. Ci hanno insegnato “prima il dovere poi il piacere”, ebbene dobbiamo iniziare a convincerci che “prima la passione”, e con essa la perseveranza e la disciplina che richiede e poi il “dovere”, solo così potremo onorare il nostro progetto, brillare e circondarci di anime in linea con la nostra lunghezza d’onda. Il mondo è pieno di persone che neanche siamo in grado di immaginare, pronte ad incoraggiarci e a sostenerci. Non è mai troppo tardi per conoscere noi stessi.
Ci sono periodi che ognuno di noi prima o poi deve affrontare che possono sembrarci un inferno, ma sono pienamente convinta che con l’aiuto di qualcuno, il lungo cammino nell’oscurità della nostra anima, che porta all’accettazione, pezzettino per pezzettino, dell’immenso puzzle che ci rappresenta è destinato al Paradiso, che ripeto non intendo in senso religioso, bensì nel senso della comunione con il Tutto, con l’universo, la manifestazione completa della nostra realtà, consentendoci così di fluire con essa.
Disturbi depressivi
I disturbi depressivi includono il disturbo da disregolazione dell’umore dirompente, il disturbo depressivo maggiore (che include l’episodio depressivo maggiore), il disturbo depressivo persistente (distimia), il disturbo disforico premestruale, il disturbo depressivo indotto da sostanze/farmaci, il disturbo depressivo dovuto a un’altra condizione medica, il disturbo depressivo con altra specificazione e il disturbo depressivo senza specificazione.
La caratteristica comune di tutti questi disturbi è la presenza di umore triste, vuoto o irritabile, accompagnato da modificazioni somatiche e cognitive che incidono in modo significativo sulla capacità di funzionamento dell’individuo. Le differenze tra essi consistono nella durata, nella distribuzione temporale o nella presunta eziologia.
Elizabeth Cavicchi, con lo studio da counselor a Bologna e Casalecchio, aiuta le persone affette da depressione a riconoscere e ad affrontare il problema per superarlo al meglio.
Cos’è in breve un disturbo depressivo maggiore
- 5 o più dei seguenti sintomi presenti contemporaneamente durante un periodo di 2 settimane rappresentativi di un cambiamento rispetto al precedente livello di funzionamento; almeno uno dei 2 è 1) umore depresso o 2) perdita di interesse o piacere.
- Umore depresso per la maggior parte del giorno, quasi tutti i giorni (per es. si sente triste, vuoto, disperato, giù di corda) o come osservato da altri (per es. appare lamentoso). Nei bambini e negli adolescenti, l’umore può essere irritabile.
- Diminuzione di interesse o piacere marcata per tutte, o quasi tutte, le attività per la maggior parte del giorno (per es. meno interessati agli hobby o una riduzione significativa del desiderio sessuale), quasi tutti i giorni.
- Perdita di peso significativa, non dovuta a dieta, o aumento di peso oppure diminuzione o aumento dell’appetito quasi tutti i giorni.
- Insonnia o ipersonnia (prolungamento del sonno notturno, difficoltà a mantenere lo stato di veglia durante il giorno e episodi di sonno diurni non desiderati) quasi tutti i giorni.
- Agitazione o rallentamento psicomotori quasi tutti i giorni osservabili da altri.
- Mancanza di energia quasi tutti i giorni.
- Sentimenti di autosvalutazione o colpa eccessivi o inappropriati quasi tutti i giorni.
- Ridotta capacità di pensare o concentrarsi quasi tutti i giorni.
- Pensieri ricorrenti di morte (non solo paura di morire), ricorrente ideazione suicidaria senza un piano specifico.
- I sintomi causano disagio clinicamente significativo o compromissione del funzionamento in ambito sociale, lavorativo o altre aree importanti.
La depressione in psicodinamica
Centrale nella visione di Freud era la nozione che le perdite precoci durante l’infanzia portano a una maggiore vulnerabilità alla depressione in età adulta. Freud spiegava inoltre la marcata tendenza all’autosvalutazione tipica dei pazienti depressi come il risultato di un sentimento di rabbia rivolto verso l’interno. Più specificamente, la rabbia è diretta internamente perché il Sé del paziente si è identificato con l’oggetto perduto (…).
Karl Abraham ha ulteriormente elaborato le idee di Freud collegando il presente al passato. Secondo Abraham, gli individui depressi hanno sofferto da bambini gravi colpi alla loro autostima; in età adulta la depressione è indotta da nuove perdite o delusioni che evocano intensi sentimenti negativi verso figure, appartenenti sia al presente sia al passato, che hanno ferito il paziente negandogli in maniera reale o immaginaria il loro amore.
Bibring pensava che qualunque frustrazione o ferita narcisistica capace di ridurre l’autostima potesse scatenare una depressione clinica. Secondo Bibring la vulnerabilità narcisistica aveva quindi un ruolo centrale nei meccanismi che mettono in moto un processo depressivo; non attribuiva invece un ruolo chiave al Super-io.
Blatt ha individuato due tipologie psicodinamiche di depressione: anaclitica e introiettiva. Il tipo anaclitico è caratterizzato da sentimenti di impotenza, solitudine e fragilità correlati a croniche paure di abbandono e mancanza di protezione. Questi individui hanno un intenso desiderio di essere accuditi, protetti e amati e utilizzano come meccanismi di difesa la rimozione, lo spostamento, il diniego o la negazione. Il tipo introiettivo attribuisce invece un ruolo primario allo sviluppo del Sé; considera come secondarie le relazioni interpersonali e utilizza meccanismi di difesa come l’intellettualizzazione, la formazione reattiva e la razionalizzazione.
È eccessivamente perfezionista e competitivo e si sente costantemente spinto a raggiungere risultati ottimali a livello scolastico o professionale. È caratterizzato soprattutto da sentimenti di colpa, inutilità, sensazione di fallimento e percezione di una perdita del senso di autonomia e controllo.
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